Salute Precaria e Nuove Terapie - Prevenzione da disadattamento fisico
Articolo pubblicato su "Sanissimi" 08/2008Secondo la Neuro-Fisio-Patologia Ambientale si può migliorare il proprio stato di salute e attenuare i disturbi legati alla pressione ambientale. Con diagnosi e terapie non invasive e con evidenti benefici.
In una società caratterizzata da molteplici e complessi rapporti interpersonali, influenzati ulteriormente da una tecnologia imperante, l'individuo è quotidianamente sottoposto a stress fisici e psicofisici, che provocano in esso gravi stati di malessere, non sempre compresi e curati adeguatamente. Nella maggior parte dei casi, anche il medico trova grande difficoltà nell'individuare esattamente il tipo di patologia, semplicemente perché il paziente, per primo, non è in grado di capire e quindi di spiegare, nello specifico, il suo disagio.
I sintomi possono essere i più vari - ansia, depressione, allergie, cefalea, insonnia, ipertensione -, e le cause sono da ricercarsi non tanto in fattori interni, ma esterni al corpo; ovvero nel rapporto che esso ha con l'ambiente in cui vive e opera. Questo stato psicofisico, oggi, ha un nome ben preciso, si chiama disadattamento fisico.
Può accadere che il nostro corpo perda la sua capacità di adattamento. Ciò mette in allarme il sistema neurovegetativo, che reagisce scatenando i processi produttivi di energia a livello muscolare: aumento dei battiti cardiaci, della respirazione, della pressione arteriosa. Il risultato è un senso di spossatezza, fastidi a livello gastrico e intestinale, mal di testa o semplicemente un disagio generale, che appaiono privi di una valida e precisa giustificazione. Tutti questi sintomi, in realtà, non sono altro che dei messaggi di aiuto inviati dal nostro fisico, che - se restano inascoltati - possono aggravarsi, al punto da provocare danni molto seri.
Una cura adeguata richiede, pertanto, un'esatta diagnosi preventiva, che accerti che si è di fronte a un caso di disadattamento fisico, in maniera tale da stabilire un'adeguata terapia. Tale diagnosi dovrà necessariamente tener conto dell'ambiente sociale, nei diversi contesti, in cui il soggetto in questione si trova ad agire. Quindi, dovrà seguire una valutazione attenta dei fattori ambientali esterni, che hanno potuto provocare nel soggetto gli effetti dannosi.
Parla la dott.ssa Monica Martelli, neuro-psico-fisio patologa dell’adattamento ambientale e specialista in odontostomatologia
La salute precaria, vissuta come stato di malessere, non può essere capita dal medico senza prendere in considerazione tutta la persona e il contesto sociale in cui agisce.
Il meccanismo della sopravvivenza ambientale del Sistema nervoso centrale è una risposta neurovegetativa anticipatoria a una minaccia, la si trova in tutte le specie e gestisce adeguamenti fisiologici immediati per crisi a breve termine (Fig 1 – 2).
Quali sono i sintomi del disadattamento ambientale?
«Lo stato di salute precaria è la perdita della nostra capacità di adattarci. Lo percepiamo come malessere generale, per l’allertamento del sistema neurovegetativo del circuito dell’Amigdala, che gestisce le crisi acute di minaccia ambientale. Tale meccanismo della sopravvivenza è la paura biologica, che evoca una risposta generica anticipatoria quale lo stato di “lotta e fuggi”. Attiviamo, così, tutti i processi di rapida mobilizzazione di energia, consegnandola ai muscoli: con l’aumento del glucosio, della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e del ritmo respiratorio.
Qual è il protocollo terapeutico che segue nella cura dei pazienti?
«Obiettivo primario del mio studio è la diagnosi e la cura della salute precaria, sia in ambito medico che odontoiatrico. Il paziente viene inquadrato clinicamente secondo la sindrome di disadattamento ambientale generale e locale, e lo stato allostatico in asimmetria corporea e in dismetria funzionale locale in stabilità di sviluppo o in instabilità. Dal punto di vista medico utilizzo l’Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica che ha come protocollo terapeutico la CRM Terapia. La CRM è una tecnologia innovativa, che riduce progressivamente le inconsapevoli disfunzioni prodotte nel corso degli anni dall'interazione ambientale nei vari sistemi di controllo del nostro organismo neurovegetativo, endocrino, immunitario, muscolare), attraverso un’ottimizzazione della gestione neuro psico fisica, a prescindere dalla nostra consapevolezza.
Il Bilancio Diagnostico Odontoiatrico, che segue i protocolli Terapeutici Gnatologici della Riabilitazione Neuro-Occlusale di Planas, porta alla prognosi sulla stabilità o instabilità dell’apparato dento-parodontale.
La RNO terapia migliora i contatti dentali e la funzione masticatoria del paziente. Stabilizza l’assetto della testa, il suo sviluppo e il suo invecchiamento e il lavoro in simmetria di tutti i distretti cranici, cervicali, e articolari. Ha come obiettivi la forma quadrata delle arcate secondo l’analisi di Korkhaus; favorisce la stabilità neurologica dello schema masticatorio e la simmetria degli angoli masticatori di Planas. Previene le recidive occlusali e inquadra il sistema orale del paziente nel rispetto del suo assetto corporeo legato all’Adattamento Ambientale ».
Quali tipologie di pazienti si rivolgono a lei?
«Al mio Studio medico-dentistico si rivolgono i pazienti con patologie odontoiatriche, tutti coloro che sono affetti da disturbi su base ambientale (allergie, ipertensione, aritmie, turbe senili, ansia e depressione, cefalee, insonnie, diabete, ernie discali, turbe posturali complesse) e chi vuole ottimizzare il proprio stato di salute. Ogni protocollo medico e odontoiatrico proposto è Specifico, individuale e integrato, con tecniche innovative: in ambito odontoiatrico la RNO terapia e in ambito medico la CRM terapia. Il mio ambulatorio si avvale delle nuove conoscenze delle neuroscienze e ha come obiettivo il progressivo miglioramento dello stato di salute dei pazienti e la riduzione o la scomparsa delle sintomatologie stress correlate con evidenti benefici individuali e sociali».